Avere Gesù come figlio o come fratello


La folla lo insegue anche dentro casa e non tutti riescono a entrare. Proprio lì, in mezzo a tanta gente, Gesù deve affrontare due gruppi di persone che vorrebbero metterlo a tacere. Il primo è quello degli scribi, mandati da Gerusalemme con l’incarico screditare e diffamare quel profeta galileo troppo pericoloso per i loro interessi.

Il secondo gruppo viene addirittura da Nazaret, sono i suoi parenti. Erano trascorsi pochi mesi da quando aveva lasciato il suo paese per andare in giro ad annunciare il regno di Dio. I suoi familiari, però, non ne sono entusiasti, non riescono a capire quello stile di vita errabondo, quella folla opprimente che gli impedisce persino di mangiare. Pensano che stia esagerando, che la situazione gli sia sfuggita di mano, che sia fuori di sé. Sono arrivati lì decisi a riportarlo sotto il campanile. Fermiamoci su questo loro infelice tentativo. I parenti, rimasti fuori da quella casa, lo mandano a chiamare, Gesù risponde loro in un modo che ci apre a una nuova comprensione della vita cristiana: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me e fratello, sorella e madre» (Mc 3,33-35).

Intorno a lui è nata una nuova famiglia. Chi ne fa parte? Tutti coloro che fanno la volontà di Dio. Perché la volontà di Dio è qualcosa che si fa, si pratica, si vive. Non è una sventura che dobbiamo accettare a malincuore. È, in breve, quel modo di vivere basato sull’amore, sul donare se stessi, che Gesù ha insegnato con il suo esempio. Quando viviamo così succede che tra noi e lui nasce un rapporto nuovo, strettissimo, indistruttibile. Si diventa parenti, acquisiti d’accordo, ma più intimi dei parenti ufficiali.

«...costui per me è fratello, sorella e madre». Queste parole mi interrogano, cosa vuol dire per noi diventare fratello, sorella, madre di Gesù? Siamo abituati a vederlo più che altro come padre, maestro, al massimo come amico. Gesù ci sta invitando a guardarlo con occhi nuovi, ancora inesplorati. Forse ci sta chiedendo una nuova tenerezza verso di lui, una confidenza, un affetto tutti da scoprire.

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