Bombe inesplose

Ancora oggi, a quasi settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ogni tanto capita di sentire la notizia del ritrovamento di un vecchio ordigno inesploso. Io stesso una volta ho potuto vederne uno, una bomba a mano arrugginita rinvenuta nei pressi della nostra comunità di Albano Laziale. Non arrivò una squadra di artificieri, come io speravo di vedere, ma un carabiniere in camionetta che, con italica disinvoltura, avvolse la bomba nella carta di giornale, la appoggiò sul sedile e ripartì. Si presume che sia giunto intero in caserma. Ultimamente mi è tornato il ricordo di quella granata e mi è sembrato l’immagine giusta di ciò che credo sia il vangelo: un terreno ricolmo di bombe inesplose.

La missione di parroco, iniziata da qualche mese, mi porta spesso a contatto con cristiani preoccupati del futuro del cristianesimo: calo del numero dei credenti, drastico aumento della loro età media, disaffezione alla Chiesa e al papa, crollo delle vocazioni in occidente… e, fuori dalle chiese, un mondo che sembra avere ormai dimenticato Dio. «Il Cristianesimo ha forse esaurito la sua carica vitale? Ha fallito la sua missione? Cosa sarà della Chiesa tra dieci, vent’anni?», si chiedono in tanti con angoscia. Interrogativi comprensibili e certo da non trascurare. Spesso la reazione è la nostalgia del passato, quando “tutta la società era cristiana”. Ammesso che questo sia vero bisogna però ricordare anche le parole di Gesù: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». Non è certo la nostalgia la soluzione suggerita dal vangelo. Forse, al contrario, la Parola ha ancora qualcosa di nuovo da dire, qualche asso nascosto nella manica che può ridare speranza ai cristiani del ventunesimo secolo. Forse, come un giorno a Cana di Galilea, il vino migliore deve ancora arrivare. Ci sono tesori sepolti nel vangelo o, se preferite, bombe non ancora esplose, cariche di vita. Sono parole di Gesù non ancora pienamente valorizzate che attendono di esprimere tutta la loro potenzialità. Se queste realtà evangeliche diventeranno vita nelle comunità cristiane allora ci sarà motivo di continuare a sperare. Di che parole, di che realtà evangeliche stiamo parlando? Lo scopriremo cammin facendo nei prossimi numeri, nei quali andremo alla ricerca di esse con l’animo in ascolto.

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