Dio e gli oggetti materiali

La penna, gli occhiali, uno specchio, il tablet… oggi in questa pagina di spiritualità parleremo di loro, di quegli oggetti materiali che, come muti servitori, ci accompagnano e assistono per tutta la vita. Dove si trova, infatti, il più grande tesoro della mistica cristiana? Nel distacco da ogni cosa? Nella pura contemplazione di Dio? No, si trova nel legame indissolubile tra la materia e lo spirito. Simone Weil l’ha espresso con parole ispirate: “Non è dal modo in cui un uomo mi parla di Dio che io vedo se ha abitato nel fuoco dell’amore divino, ma dal modo in cui mi parla delle cose terrestri“. Non siamo stati formati a questa visione. Secoli di gnosi e di idealismo ci hanno abituato a credere che materia e spirito vivano in eterna opposizione. Ma nel cristianesimo questo dualismo è stato infranto. Facendosi carne il Verbo è entrato nella materia. E non per un momentaneo passaggio: Gesù di Nazaret rimarrà Uomo-Dio per sempre. La sua discesa nel mondo ha trasfigurato la materia, rivelandoci che essa è quell’elemento capace di accogliere l’infinito. Da allora “il cuore della materia è saturo di spirito” (Romano Guardini). Quando un oggetto qualsiasi è stato usato da un santo noi lo conserviamo con venerazione: la terra è stata toccata da Dio in persona.

Da sempre lo splendore della natura ci parla di Dio, ma anche gli oggetti creati dal genio umano, quelli che chiamiamo “cose”, ci svelano una bellezza e intelligenza capace di nutrire la nostra anima. Acquistano così una luce nuova certe espressioni della Scrittura, come queste: “Tutte le cose concorrono al bene per coloro che amano Dio” (Rm 8,28), “Io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5). Una matita, una bicicletta, una bilancia, meritano dunque rispetto, cura, riparazione, gratitudine. E questo non solo in forza della loro materialità, ma anche perché ci parlano dell’ingegno che le ha concepite, del sudore che le ha realizzate, della storia che le ha perfezionate. Sono “cose” nelle quali l’uomo ha trasferito un riflesso di quell’immagine di Dio che lo costituisce. Non a caso il Cristo ha voluto rimanere tra noi non in qualche elemento grezzo, ma nelle specie del pane e del vino, frutti della terra e del lavoro dell’uomo.