Gesù e i giovani

E’ facile scorgere nei racconti evangelici l’amore particolare di Gesù per i giovani. Quando una notte l’anziano Nicodemo volle colloquiare con lui si sentì dire che doveva rinascere, proprio lui, venerato saggio d’Israele. Il messaggio di quel rabbi esigeva giovinezza.

Maria era una ragazza molto giovane quando l’arcangelo le portò un annuncio inaspettato, ne restò sorpresa ma si fidò e accettò senza riserve. C’è senz’altro dell’entusiasmo giovanile nelle sue parole a Elisabetta, quando cantò il Magnificat

Alcuni giovani li volle con sé per sempre, come Giacomo e Giovanni sui quali si posò il suo sguardo in riva al mare. Con gioia lo seguirono, erano ragazzi pronti a tutto, talvolta esuberanti. Il Maestro non mancò di correggerli all’occorrenza, li soprannominò tuttavia “Figli del tuono”, con affetto certamente, accogliendone l’ardore giovanile.

Ci fu invece un giovane che sfuggì al suo sguardo, il cuore era imprigionato dalle ricchezze, eppure Gesù aveva amato anche lui, per lui soffrì vedendolo allontanarsi.

Quando parlava alle folle esprimeva esigenze inaudite: pregare per i nemici, non preoccuparsi del cibo o del vestito, amare lui prima dei propri genitori… Non erano richieste adatte a chi preferiva le abitudini, le comodità, i compromessi, la tradizione, era tutta una ribellione alla mediocrità del mondo, partendo da se stessi. Le sue parole, infatti, non furono accolte da tutti, scribi e anziani decisero di eliminarlo, occorreva un cuore giovane per stargli dietro senza paura.

Giovanni lo amava più di tutti, con affetto si legò a Gesù per sempre. Lui solo si abbandonò sul suo petto durante la cena dell’addio, poi lo seguì sino alla fine sul Calvario. Giovanni era più giovane di Pietro, più veloce, lo batté nella corsa verso il sepolcro vuoto, però non entrò per primo, gli bastò vedere le bende per terra, in un attimo capì tutto.

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