In realtà

Esiste un caposaldo della vita cristiana del quale si parla poco. Eppure è una verità che più di ogni altra può procurare equilibrio e serenità alle nostre giornate. Nei vangeli è presente in ogni pagina, ma non viene mai esplicitamente dichiarata, quasi fosse un messaggio talmente fondamentale da rimanere sottinteso. Si tratta del principio della realtà. Lo possiamo riassumere in due imperativi fondamentali: accorgersi della realtà e aderire ad essa. Lo incontriamo, per esempio, in uno dei richiami più accorati di Gesù: «Vigilate!», un invito a vivere con gli occhi aperti, con attenzione, presenti innanzitutto a se stessi. Altre volte Gesù ci sollecita a sollevare lo sguardo per cogliere messaggi silenziosi dalla natura intorno a noi: «Guardate i gigli del campo», «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi», «Alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura». Non a caso nelle sue parabole troviamo un’attenzione accurata alla realtà concreta: il lievito nella pasta, le fasi dello sviluppo dei semi, la maturazione del vino, il saggio rattoppo dei vestiti, le nuvole da ponente che annunciano la pioggia… Questa fedeltà del vangelo alla terra conduce l’uomo ad un rapporto sereno con la vita, anche nella sua durezza. Un modello luminoso si trova nei racconti della nascita di Gesù, che hanno come protagonisti Giuseppe e Maria. Collaborare in prima linea con Dio non risparmia loro imprevisti, pericoli e situazioni di emergenza come la nascita del bambino durante un viaggio, tra l’indifferenza del mondo e, più avanti, l’improvvisa fuga in Egitto nella notte, senza data di ritorno. Potrebbero lamentarsi con Dio, scoraggiarsi e piangersi addosso, li troviamo al contrario con i piedi per terra pronti ad aderire alla realtà senza drammi, con flessibilità, capaci di adattarsi ad essa. Il senso pratico li aiuta: una mangiatoia può fungere anche da culla.

Entrare in contatto con la realtà, accoglierla così come si presenta è forse l’atteggiamento più sano che possiamo assumere e che può declinarsi per noi in molteplici modi: non temere di guardare la verità di ciò che siamo, anche nelle sue oscurità, accettare che la vita quotidiana comporti quotidiani sacrifici, sapersi adattare alle sorprese, acconsentire al fatto che vivere significhi invecchiare, ammalarsi e, un giorno, morire. E tutto questo con leggerezza del cuore, senza cadere nel disincanto o nel cinismo, conservando accesa nel cuore la speranza. Forse è proprio essa il nome segreto della realtà.

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