Le regole della franchezza

Franchezza, una parola che solo a udirla trasmette trasparenza e lealtà. I primi cristiani la consideravano talmente importante da domandarla a Dio. Pregavano, per esempio, così: «Signore, concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola (Atti 4,29)». In greco si chiamava parresìa e indicava il diritto (non solo il dovere!) di dire la verità con chiarezza. Non ringrazieremo mai abbastanza papa Francesco per averla rilanciata nella Chiesa (o forse dovremmo dire fatta risorgere), offrendoci lui per primo un esempio senza precedenti. 

Tutti talvolta abbiamo sperimentato i suoi benefici. Quando in famiglia, in comunità, tra colleghi o amici vige la franchezza la vita scorre più serena, nessun problema è irrisolvibile, i rancori si placano, le maldicenze e le alleanze occulte non trovano più ragione di esistere, si respira libertà. Quanti inutili dolori evita la franchezza… Ho sentito varie persone sfoggiare uno strano pregio: «Tutto si può dire di me, ma non che io non dica le cose in faccia». Non è questa la franchezza, uno sfogo sfrontato che non pone freni alla propria lingua. Per portare frutto la franchezza segue invece un suo metodo, quasi una disciplina, con dei precisi punti fermi:

1. Mettere la radice. Se correggi, correggi per amore. Metti in fondo al cuore la radice dell’amore.” (S. Agostino). Non serve a nulla essere schietti, anzi diventa distruttivo, se prima di parlare non ci motiviamo a farlo per amore, per il bene di tutti e per nessun altro scopo.

2. Puntualità. Niente critiche generiche: «Sei una persona inaffidabile…», «In questa casa nessuno si impegna…». Aboliamo le parole esplosive: sempre – mai – tutto – nulla. L’opinione che esprimiamo deve essere puntuale, circostanziata, tale da richiedere un cambiamento preciso per il futuro. 

3. Assumersi il peso dei cambiamenti. Non si può far prendere coscienza a qualcuno dei suoi limiti, se contemporaneamente non lo si aiuta a trovare la forza di superarli.” Questa regola d’oro, enunciata da Jean Vanier, vale sia nella sfera personale che in quella pubblica.

4. Reciprocità. Se parliamo con franchezza a qualcuno significa che accettiamo che anche lui lo possa fare con noi.

5. Alimentare il bello che c’è. La franchezza non serve solo a migliorare gli aspetti negativi, ma soprattutto a potenziare quelli positivi. Elogiare quindi, complimentarsi, rivelare agli altri quella loro grandezza che da soli non vedono. Per noi esseri umani non esiste incentivo migliore.