L’unico segno

Ricordo di aver letto da qualche parte questa domanda piuttosto inquietante: «Se foste processati per essere cristiani, ci sarebbero prove sufficienti per farvi condannare?».

Immaginiamo per un attimo di abolire tutti i segni esteriori che permettono ai cristiani di farsi riconoscere come tali nel mondo: i crocifissi nelle pareti e sul petto, gli abiti religiosi, le liturgie, gli edifici sacri, il gergo ecclesiastico e così via. Eliminando tutto questo ci riconoscerebbero ancora? Basterebbe il nostro semplice comportamento a dimostrare che siamo discepoli di Cristo? Oppure finiremo per confonderci, senza significative differenze, in mezzo a tutti gli altri?

Quando apriamo il vangelo, tra le varie parole di Gesù, troviamo un punto fermo, un punto di non ritorno annunciato nel momento più solenne della sua vita: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». E’ questo l’unico segno cristiano veramente essenziale: l’amore reciproco tra noi. Quando questo viene a mancare tutto ne risulta compromesso, la preghiera non arriva più a Dio, la Scrittura rimane lettera morta, il sacrificio eucaristico un rito illusorio, la gioia del cuore langue. L’evangelizzazione stessa porta frutto solo se nasce dalla concordia tra noi, altrimenti si rivela un deludente sforzo: «Tutti siano una sola cosa… perchè il mondo creda che tu mi hai mandato», chiede Gesù al Padre.

Tra i tesori nascosti del vangelo questo è certamente il più importante, il più decisivo. In queste parole è racchiusa una rivoluzione del modo di intendere la religione e, di conseguenza, un cambiamento radicale di valori, di priorità e di stile di vita. Si può riassumere così: il rapporto con gli altri vale più delle cose e delle opere, anche di quelle religiose, parrocchiali o carismatiche. Accogliersi, ascoltarsi, aspettarsi, mettersi dal punto di vista dell’altro e decidere insieme la via da seguire, assumono la precedenza assoluta. Ne conseguirà un rallentamento, certo, e ognuno dovrà sacrificare qualcosa di se stesso, ma solo così si accenderà il calore della comunità, dove Dio stesso sarà presente e opererà alla sua maniera. Esiste un detto che dice: “Vuoi andare veloce? Corri da solo. Vuoi andare lontano? Andiamo insieme”.

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